Borgoslow per un turismo di comunità

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COOPERATIVA di COMUNITA’ BORGO di FIUME

COS’È LA COOPERATIVA DI COMUNITÀ?

Il fondamento delle cooperative tradizionali è il beneficio del socio o di un gruppo sociale per un vantaggio mutualistico .               La cooperativa di comunità è invece associata al territorio e cerca di fornire beni di comunità valorizzando il territorio. Le cooperative di comunità favoriscono il protagonismo e la partecipazione dei cittadini nella gestione dei servizi e nella valorizzazione del territorio e dei beni comuni. L’attuale crisi economica e sociale ci impone l’obbligo e il dovere di ripensare e cambiare i modelli di sviluppo basati sul paradigma economico che ha fatto del mercato e dell’individualismo la sua caratteristica principale. Nostro intento è lavorare sulla coesione e sulla cooperazione, un modello che rafforzi i rapporti fra i soggetti appartenenti alla stessa comunità e, di conseguenza promuovere nuove occasioni di lavorovalorizzare le tradizioni culturali e le risorse territoriali, produrre beni e servizi che possano incidere positivamente sulla qualità della vita sociale ed economica della comunità. La cooperazione di comunità è soprattutto, sviluppo sociale e locale, è economia civile e sostenibile, è identità e valori, è modello e strumento di promozione di lavoro, beni e servizi

La cooperativa di comunità si caratterizza per la consapevolezza dei soci di prendere un impegno per la valorizzazione di un bene comune: il proprio territorio. Per una riconoscibilità e legame tra soci di appartenere a un progetto comune, per la fiducia e coesione tra essi lo scopo sociale abbraccia il più possibile tutte lei esigenze del territorio e della comunità.

La Cooperativa di Comunità “Borgo di Fiume” operando in un territorio ad alta vocazione turistica, agricola e culturale intende attivarsi per il recupero delle produzioni tradizionali (agricole, pastorali, artigianali), dei saperi e dei sapori, per la tutela del patrimonio storico-artistico, per la valorizzazione e promozione dell’enogastronomia biologica, delle risorse naturali, economiche, sociali e culturali presenti sul territorio e per la realizzazione di un turismo sostenibile e sociale.

I cittadini, le associazioni, la pro-loco, gli operatori economici e gli amministratori dei vari enti pubblici o privati dovrebbero condividere una strategia unica finalizzata al bene comune attraverso percorsi di partecipazione mirati a far maturare piena consapevolezza delle eccellenze culturali – sociali – ambientali – agricole  e enogastronomiche della comunità.

La Cooperativa è aperta a tutti i cittadini desiderosi di creare una cooperativa di comunità e vuole essere espressione di tutti senza alcuna distinzione !!! Per informazioni e adesioni  tel.

www.borgoslow.it

 

Albergo diffuso e turismo di comunità

L’Italia, per i suoi pregi storico-artistici, naturali ed enogastronomici è una delle mete più frequentate del turismo mondiale: il Country Brand Index, lo studio internazionale sull’immagine di oltre quaranta Paesi nel mondo, la vede sempre nelle posizioni di testa, spesso prima tra i paesi europei. Le tendenze degli ultimi anni confermano che la tutela del territorio e del paesaggio, della cultura e delle tradizioni locali sono, in generale e a maggior ragione in Italia, prioritarie per il futuro del turismo: la qualità ambientale dei territori e delle strutture ricettive influisce, infatti, sempre di più sulla scelta delle destinazioni di vacanza.

Il turismo in Calabria è quasi esclusivamente di tipo balneare: più dello 80% dei turisti nazionali e internazionali vi si recano per il mare, e si concentrano nel periodo estivo. La forte stagionalità è messa in evidenza da un tasso di occupazione annuale delle strutture ricettive nel 2011 pari all’11% della capacità produttiva. Il turista è italiano, in prevalenza di prossimità regionale.Il turismo balneare produce, insieme all’attivazione di rilevanti circuiti economici, significative negatività, dovute al fatto che esso è concentrato in specifiche aree della costa ed in pochi mesi dell’anno con le conseguenze negative in termini di impatto ambientale e di qualità dei servizi. In Calabria non sono stati ancora attivati in maniera adeguata, rispetto alle notevoli opportunità, pacchetti di offerta per nuovi segmenti del mercato turistico che negli ultimi anni hanno fatto registrare,in Italia e a livello internazionale, flussi importanti di domanda turistica. Si fa riferimento in particolare al turismo collegato alla valorizzazione del patrimonio ambientale e culturale locale che presenta trend di domanda crescente. Risulta ancora non adeguatamente utilizzate l’opportunità derivante dalla possibilità di creare offerta ricettiva di qualità nei centri storici e nelle aree interne (alberghi diffusi, sistemi di bed & breakfast, etc.)

    Piano regionale di Sviluppo Turistico Sostenibie della regione Calabria

Il turismo per la regione Calabria è tra i settori a maggiore potenziale di crescita economica ed occupazionale; è universalmente riconosciuto come potente motore dello sviluppo locale che pesa per circa il 10% sul PIL europeo e per il 12% dell‟occupazione. Esso permette inoltre di valorizzare risorse sottoutilizzate, e a volte a rischio, creando gli strumenti finanziari per la loro conservazione; come settore ad alta intensità di lavoro, produrre occupazione e reddito con un moltiplicatore elevato; contribuire all‟esportazione del reddito (i visitatori/clienti spendono reddito che si produce altrove) ed elevare i livelli di produzione delle destinazioni turistiche;generare entrate fiscali da impiegare nello sviluppo e miglioramento dei servizi per le comunità residenti                                                

 Criticità del turismo

Il turismo di borghi vincolati e tutelati come Fiumefreddo è minato da una carenza di offerta e di qualità dell’offerta, da prezzi poco competitivi e da scarsa promozione. Ed inoltre l’offerta turistica di Fiumefreddo viene fruita in quanto località marina, ideale per trascorrere vacanze estive.Tale stagionalità risulta dannosa per il territorio –l’afflusso dell’utenza è spesso sproporzionato rispetto alla capacità di carico dell’area-dall’altro rende difficoltosa la possibilità che i pochi gestori del turismo(ricettività e ristorazione) estendano i loro servizi anche nei periodi di bassa stagione.

Il cibo diventa turismo enogastronomico se diventa l’anima del territorio, vero attrattore se si cerca la qualità nel cibo, facendo attenzione alla sua origine e alle modalità di coltivazione e produzione .                                            

Punti di debolezza del turismo enogastronomico:

Mancanza di una definizione di standard di qualità dei territori che potrebbero diventare meta dei turisti del cibo e del vino, Mancanza di figure innovative specializzate nella promozione e nella diffusione del turismo enogastronomico. Scarsa offerta di ospitalità enogastronomica ( ricettività, informazioni turistiche sul cibo e sul vino, materiali in cui compaiono insieme offerta sia ricettiva che enogastronomica). Deficit di conoscenza da parte degli operatori del turismo dei “turisti del cibo” e comunque poca propensione a specializzarsi verso nuovi target, nuove esigenze, nuove richieste di “racconto del territorio”. Poca attenzione all’ospite in termini di fruibilità ed accessibilità dei territori (segnaletica, raggiungibilità, attrezzature, uffici informazione turistiche). Scarsa conoscenza del cibo da salvare per salvare la salute.

ALBERGO DIFFUSO 

L’Albergo diffuso nasce con la diffusione della concezione dell’ecoturismo, distaccandosi dai principi dell’industria alberghiera tradizionale, promuovendo un nuovo approccio alla ricettività, ispirato alla valorizzazione e tutela in particolare dei borghi per un turismo sostenibile e non solo stagionale. Un modello di turismo equilibrato, rispettoso e solidale che possa recuperare il patrimonio e le bellezze del territorio.

Si chiama Albergo ma ha qualche cosa in più delle classiche strutture residenziali: è situato in un borgo storico, ove poter camminare e scoprire panorami incantevoli, scorci mozzafiato, arte straordinaria e gente ospitale e solare. In Italia di alberghi diffusi ce ne sono circa settanta, tutti con la loro storia e tutti riportati a nuova vita dall’ amore e dalla passione dei proprietari che molto spesso hanno lasciato la loro vita per immergersi nelle atmosfere senza tempo di questi piccoli paradisi, condividendo con viaggiatori e turisti il loro modo di vivere e di godere del territorio . Perché diffuso? Perché le camere o gli appartamenti non sono in un’unica residenza bensì dislocati nel borgo che quindi rivive i fasti di un tempo e continua a raccontarci le sue storie. Insomma, una residenza orizzontale,e non verticale. L’albergo diffuso è per coloro che amano vivere a contatto con i residenti, per sentirsi quasi come a casa, anche se si è lontano da casa.

Un albergo diffuso è sostanzialmente due cose:

  • un modello di ospitalità originale e sostenibile
  • un modello di sviluppo turistico del territorio.

Si tratta di una proposta concepita per offrire agli ospiti l’esperienza di vita di un centro storico potendo contare su tutti i servizi alberghieri, cioè su accoglienza, assistenza, ristorazione, spazi e servizi comuni per gli ospiti, alloggiando in case e camere che distano non oltre 300 metri dal “cuore” dell’albergo diffuso: lo stabile nel quale sono situati la reception e gli ambienti comuni.

Ma l’Albergo Diffuso è anche un modello di sviluppo del territorio che non crea impatto ambientale. Per dare vita ad un Albergo Diffuso infatti non è necessario costruire niente, dato che ci si limita a recuperare/ristrutturare e a mettere in rete quello che esiste già. Inoltre un AD funge da “presidio sociale” e anima i centri storici stimolando iniziative e coinvolgendo i residenti e i produttori locali, considerati come componente chiave dell’offerta. Un AD infatti, grazie all’autenticità della proposta, alla vicinanza delle strutture che lo compongono, e alla presenza di una comunità di residenti riesce a proporre più che un soggiorno, uno stile di vita. Proprio per questo un AD non deve nascere in borghi abbandonati.

Il termine “albergo diffuso” ha origine in Carnia, nel 1982 all’interno di un gruppo di lavoro che aveva l’obiettivo di recuperare turisticamente case e borghi ristrutturati a seguito del terremoto degli anni ‘70, il modello di ospitalità “albergo diffuso” è stato messo a punto da Giancarlo Dall’Ara, docente di marketing turistico, ed ha una storia che affonda le radici nello specifico dell’ospitalità italiana (calda e relazionale), ed è stato riconosciuto in modo formale per la prima volta in Sardegna con una normativa specifica che risale al 1998. 

NORMATIVA ALBERGHI DIFFUSI REGIONE CALABRIA

Legge regionale 5 aprile 2008 n 8: Riordino dell’organizzazione turistica regionale.

Estratto della legge: Art. 12 “E’ definito albergo diffuso una struttura ricettiva unitaria, situata nei centri storici, le cui componenti possono essere dislocate in edifici diversi, vicini tra loro, e con servizi di bar, ristorazione, sala TVpreferibilmenteubicati nello stesso stabile dove è localizzata la reception.”
“La Giunta Regionale, con apposito regolamento e previa acquisizione del parere della Commissione permanente,ha disciplinato gli standard qualitativi e quantitativi dell’albergo diffuso.

Nel 2008 l’idea dell’albergo diffuso è stata premiata a Budapest in occasione del Convegno Helping new talents to grow come migliore pratica di crescita economica da trasferire nei paesi in sviluppo.

A questo premio hanno fatto seguito altri riconoscimenti come il WTM Global Award, a Londra nel 2010.

L’albergo diffuso è un albergo orizzontale, un progetto di ospitalità integrato nel territorio, nella sua cultura e nella sua comunità.
L’Albergo Diffuso è una proposta ospitale italiana, concepita negli anni ’80 in Friuli e messa a punto come modello di ospitalità originale negli anni ’90 in Sardegna e in altre regioni del nostro paese.
L’albergo diffuso è un “luogo” ospitale, e si differenzia dai “non-luoghi” per il suo essere fortemente radicato nel territorio e nella sua cultura, che diventano componenti di base dei servizi ospitali offerti.
La sua formula gestionale, si caratterizza per una marcata coerenza con i temi dell’autenticità, dell’esperienza, della relazionalità e dello sviluppo locale.
Tra l’Albergo Diffuso e le altre forme di ospitalità diffusa vi è la stessa differenza che esiste tra un albergo e un residence, tra un albergo e un B&B, tra un albergo e un affittacamere                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                   

Punti di forza del’ Albergo Diffuso sono:

turismo sostenibile e destagionalizzato con una gestione unitaria e con    ricadute positive sull’occupazione, sul territorio e sulla comunità,

  • un ambiente “autentico” fatto di case semplici o di pregio, ammobiliate e ristrutturate non “per turisti”, ma pensando a residenti, seppure temporanei,
  • una distanza tra gli immobili che non è tale da impedire alla gestione di offrire a tutti gli ospiti, non solo i servizi alberghieri, ma anche l’esperienza stessa dell’ospitalità con una articolazione della proposta,
  • la presenza di una comunità viva,
  • una gestione professionale non standard, non simile a quella che caratterizza gran parte degli alberghi che fanno parte di catene alberghiere, né tantomeno simile a quella rigida dei grandi alberghi,ma coerente con la proposta di autenticità dell’esperienza, e con le radici nel territorio .Uno stile riconoscibile, una identità leggibile, in tutte le componenti della struttura ricettiva, che non si configura come una semplice sommatoria di case ristrutturate e messe in rete,
  • una enogastronomia del territorio che privilegi la produzione locale e per quanto riguarda il vino che sia libera da chimici,
  • un sito che garantisca l’interazione con l’utenza(e-commerce, booking on line, forum tra gli ospiti, newsletter…)
  • punto informativo con distribuzione opuscoli informativi.

    Alberghi Diffusi: i migliori top 10 in Italia

    Gli Alberghi diffusi sono delle strutture recettive che vanno a coinvolgere antichi borghi abbandonati (o spesso parte di essi), i quali, attraverso un’attenta e solidale riqualificazione, divengono alloggi capaci di ospitare con piena soddisfazione i turisti, offrendo così una esperienza indimenticabile di scoperta di un territorio dimenticato.

    L’ideazione del concetto di Albergo Diffuso si deve a Giancarlo Dall’Ara e all’associazione da lui creata, il quale unico scopo è quello di riportare a nuova vita borghi o strutture che altrimenti verrebbero lasciati all’oblio. Ogni riqualificazione è strettamente personale e saldamente legata alla storia del territorio a cui appartiene.

    L’Italia è ricca di Alberghi Diffusi, noi abbiamo voluto fare una sorta di selezione, una top 10, tra quelli più rinomati in Italia.

    ALBERGO DIFFUSO DI SAURIS – FRIULI VENEZIA GIULIA

    E’ il progetto zero di Albergo Diffuso, il primo che ha poi scaturito l’interesse per questa importante iniziativa di recupero. Posto nel cuore della Carnia, deve la sua nascita ad una legge regionale che stabiliva la salvaguardia dei valori ambientali e, quindi di conseguenza, storici del territorio, questo in seguito al terribile terremoto che colpì la zona nel 1976. Nasce così il Progetto Sauris, un piccolo borgo, che allora contava pochissimi abitanti, abituati a convivere con mille difficoltà. Sauris è così ritornato a vivere grazie al completo recupero delle strutture già esistenti, ovviamente sempre nel rispetto del territorio e dell’ impatto ambientale. Gli alloggi tipici, collocati al centro del borgo, affrono la comodità di una casa con i comfort di un albergo, compresa la ristorazione con prodotti tipici friulani.

    SEXTANTIO, SANTO STEFANO DI SESSANIO – ABRUZZO

    Anche Santo Stefano di Sessanio  era un borgo semiabbandonato. Grazie ad Alberghi Diffusi e all’architetto italo-svedese Daniele Elow Kijgren, il quale nel 2004 acquistò alcuni locali abbandonati del centro storico del borgo, trasformandoli in alloggi turistici, dando vita a Sextantio. Con la crescita di questo Albergo è cresciuto anche l’interesse per Santo Stefano di Sessanio ed il territorio circostante, dandogli così nuova linfa vitale.

    SOTTO LE CUMMENSE, LOCOROTONDO – PUGLIA

    Immerso nel cuore della Valle d’Itria, a pochi chilometri da Bari, sorge Sotto le Cummense, albergo diffuso nato dalla ristrutturazione di 10 alloggi posti all’interno del centro storico del borgo, offre ai turisti un assaggio di vita semplice, con le comodità tipiche di un albergo. Una curiosità: il centro storico è interdetto alle auto, una vera oasi di pace.

    BORGO DEI CORSI, ORTIGNANO RAGGIOLO – TOSCANA

    Ortignano Reggiolo è un borgo di origine medievale, posto all’interno della provincia diArezzo. Straordinario è il suo stato di conservazione, con la sua fortificazione, le sue stradine, le abitazioni piccole con accanto il caratteristico piccolo pezzetto di terra coltivato. Suggestiva è anche la sua collocazione, poco distante da celebri località di grande importanza storica, come la Verna, Camaldoli, Poppi e la stessa Arezzo. In questo contesto fiabesco nasce ilBorgo dei Corsi che, con tutti i comfort che offre ai turisti, nella sua riqualificazione ha mantenuto intatti i dettami dell’architettura toscana dell’epoca. Da non perdere è la “Festa della Castagnatura” che si tiene a Ottobre, con le tipiche degustazioni di prodotti a base di castagna.

    ALBERGO DIFFUSO MANNOIS, OROSEI – SARDEGNA

    Situato ad Orosei, con le sue rinomate spiagge, l’Albergo Diffuso Mannois è composto da tre edifici posti all’interno del centro storico del borgo. In questo caso ad essere restaurate sono state alcune dimore storiche abbandonate. Data la bellezza dei luoghi si ha la possibilità di fare lunghe gite in bicicletta, alla scoperta dei caratteristici villaggi nuragici.

    BORGO RITROVATO, MONTESCAGLIOSO – BASILICATA

    Il Borgo Ritrovato si trova all’interno di una zona del paese di Montescaglioso chiamatoBorgo Andrisani. Era questo un quartiere prettamente agricolo, edificato nella seconda metà del 1800. La sua caratteristica principale era, ed è tutt’ora, l’unica via accesso tramite un portale. Proprio in questa zona sono stati ristrutturati alcuni stabili lasciati abbandonati. La suggestione di alloggiare in questa parte del borgo è grandissima, in quanto ci si trova a vivere sia “la città” sia il piccolo quartiere, e perdersi così tra le sue vie fatte di ciottoli fino a giungere all’imponente Abbazia Benedettina di San Michele Arcangelo. Per qualche gita un pò più distante è assolutamente da consigliare Metaponto, culla della Magna Grecia con la possibilità bagnarsi nello splendido mare Jonico e Matera, la città dei sassi.

    CASTEL PORRONA, PERRONA – TOSCANA

    Il Borgo di Porrona è quello meglio conservato di tutta la Toscana, poco distante da Grosseto, immerso nelle colline senese della Maremma. Grazie alla sua particolare collocazione è possibile raggiungere in poco tempo alcune delle località più belle della Toscana come Montalcino, Pienza, Montepulciano, Siena, sino all’Argentario e all’isola del Giglio. L’Albergo Diffuso Castel Porrona nasce dalla riqualificazione, sempre nel rispetto delle caratteristiche architettonico del luogo e del tempo, di 22 edifici dislocati in vari punti del centro storico del borgo, e per questo tutti differenti tra loro. La maggior parte di essi si affacciano sulla corte del castello che domina le valli circostanti.

    PIANA DEI MULINI, COLLE D’ANCHISE – MOLISE

    Situato all’interno della provincia di Campobasso, nasce dalla ristrutturazione di un anticomulino ad acqua del 1700. Ad essere riqualificati sono anche una serie di edifici che circondavano il mulino come a formare un piccolo borgo, nato come centro per la colorazione delle lane e come centrale idroelettrica, e che oggi è sotto la tutela dei beni culturali. Sotto queste caratteristiche nasce la Piana dei Mulini con l’obiettivo non solo di rendere confortevole il soggiorno dei suoi ospiti, ma soprattutto con la voglia di promuovere il territorio con le sue risorse e le sue tipicità.

    CASA DELLE FAVOLE, PEROTTI DI FERRIERE – EMILIA ROMAGNA

    Situato nella provincia di Piacenza, la Casa delle Favole ispira il suo nome alle favole di Esopo, così nella ristrutturazione di alcuni degli edifici del centro storico del borgo di Perotta di Ferriere nascono alloggi denominati ciascuno con il nome di un animale, legati alle favole esopiane. Avremo così “Cà du farchètt” ( Casa del falco) che fa da reception e sala ristorante. A seguire le altre per un totale di 35 posti letto: Cà du Tass ( Casa del tasso), Cà da Surgna (Casa dello scoiattolo), Cà da vurp (Casa della Volpe),Cà da levra ( casa della lepre) ,Cà du luv (Casa del lupo),Cà da bellura ( Casa della donnola ),Cà da rondanèina ( casa della rondine),Cà du fuien ( casa della faina). A coronare il tutto un piccolo orto botanico.

    ALBERO DIFFUSO MALVARINA, ASSISI – UMBRIA

    Nata nel 1989, deve il suo nome all’azienda agricola biologica che ospita gli alloggi ristrutturati e dedicati all’ospitalità. E’ questo un luogo ideale non solo per chi ama le vacanze immerse tra il silenzio e la pace delle colline umbre, ma anche per chi preferisce l‘ecosostenibilità. Difatti non solo è possibile degustare prodotti interamente fatti a mano secondo le antiche tradizioni ma importante è anche l’impiego delle fonti rinnovabili come l’impianto fotovoltaico.

    INDIRIZZI UTILI

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    http://www.sottolecummerse.it/index.php/IT/

    http://www.borgodeicorsi.it/it/index.php

    http://www.mannois.it/http://www.malvarina.it/